Dopo 2 anni torno a scrivere qualcosa qui, dove il tempo si ferma e le mie emozioni prendono forma. Sono confuso, mi sento stanco, ho la testa pesante, i miei bpm passano dallo 0,5 a 300 senza senso, le parole ormai mi hanno bannato dalla comprensione umana, quella sensazione di esclusione dal pianeta sempre più viva e la paura di non essere più necessario a tutto ciò. Ottimo direi, cominciare così un pezzo di emozioni dopo anni di silenzio non è il massimo ma la verità è che ho paura, ho paura di dire ciò che sento, ho paura di farlo sapere a tutti voi, no perché posiate pensare qualcosa di me, onestamente non me ne frega più nulla di quello che gli altri pensano di me perché se c’è qualcuno che dovrebbe cambiare il pensiero su di me sono proprio io. Ho paura di essere ancora una volta incompreso, di non essere valido per quello che ci circonda e quindi esprimermi senza essere preso in considerazione a che serve?! Se ad esempio oggi vi dicessi che sono innamorato chi se ne fotterebbe, oppure che sono arrabbiato perché la vita purtroppo continua a presentare ostacoli su ostacoli senza mai un minuto di tregua, ecco che forse qui qualcuno interverrebbe per ricordarmi che ci sono cose peggiori, c’è chi soffre molto di più, che prima o poi la felicità arriverà e cose del genere e lo diranno non tanto perché a loro frega qualcosa di te ma per se stessi, “anche oggi ho fatto la mia buona azione quotidiana”, lo diranno per sentirsi in pace con il loro io e quando sarete ormai un ricordo che si è lasciato andare e considerati quindi spazzatura o polvere allora se ne usciranno con frasi tipo, “io c’ho provato ad aiutarlo ma non mi ha dato ascolto”. Ecco miei cari lettori, sempre se esistete, non fate caso alle false mani che vi tendono, aggrappatevi piuttosto a delle radici solide e li troverete qualcuno veramente pronto ad aiutarvi e se non c’è nessuno ricordatevi che quelle radici sono la vera forza che tengono unito il mondo, aggrappatevi come se non vi fosse un domani, e bracciata dopo bracciata salite quelle radici fin su. Se non erro il Baobab è detto anche albero della vita e dovremmo tutti noi avere un Baobab come riparo e chi non lo tiene può appoggiarsi a quello di qualcun altro visto le sue dimensioni. Oggi mi sento così, con voglia di vivere ma voglio farlo scaraventando via tutto ciò che mi blocca in basso e mi schiaccia con il peso del dolore, ho voglia di alzarmi libero nel cielo come un grifone di Ruppel, non sarà di certo il più bello e con la dieta alimentare migliore ma vola più in alto di tutti con un senso di libertà infinito. Il marciar del tempo definisce le cose ma il concetto della linea retta mi va stretto e quindi amplio la mia visione ad un’intera sinapsi reticolare di frammenti di tempo che si muovono non in linea retta ma a 3 dimensioni come giusto che sia. Lo sconforto è dietro l’angolo, all’agguato, ricordiamoci solo del nostro grifone interiore e del Baobab che ci protegge.